1988 arrivano le R.S.A.: cambia il residenziale sanitario per anziani e disabili

Il Centro Ricerche e Relazioni Cornaglia partecipa a studi e progetti.
Le R.S.A – Residenze Sanitarie Assistenziali – nascono nel 1988, con il concetto aggregante di valori socio-sanitari-assistenziali. Un’immagine molto innovativa per quell’epoca in cui gli ospizi erano l’espressione pratica della residenza per anziani e nulla o quasi esisteva per i disabili. Le Case Protette, — vecchia dizione per anziani che non potevano essere assistiti a domicilio o presso i poliambulatori ospedalieri o negli ospedali diurni -, erano pochissime e concentrate per lo più nel nord Italia. Tradizioni familiari, longevità limitata e poco autonoma forse giustificavano questo stato di cose.
Le RSA sono dunque nuove strutture residenziali intermedie tra l’ospedale e la casa protetta. Mentore della grande trasformazione dell’assistenza agli anziani ed alle persone disabili, è l’On. Carlo Donat Cattin che riuscì a far finanziare il progetto con una somma enorme stabilita con un articolo della legge finanziaria dello Stato(1988): il famoso articolo 20bis della Legge 11/03/88 n. 67, che prevedeva la copertura finanziaria (30 mila miliardi) di nuovi 140.000 posti letto nel residenziale socio-sanitario. La legge prevedeva anche grosse novità nelle procedure per accedere ai finanziamenti. All’inizio molti progetti finirono di concentrarsi nel sanitario, cioè in vere case di cura; altri rimasero nel residenziale, senza alcun sostegno sanitario. Il Ministero della Sanità, secondo questa legge, era preposto anche alla valutazione degli interventi e della loro qualità, indicando persino gli standard dimensionali. Le Regioni, in seguito, emanarono piani pluriennali, regolamenti e standard seguendo da più vicino l’evolversi dei disposti legislativi centrali. Pian piano iniziarono a vedersi realizzate strutture idonee e rispondenti ai requisiti delle leggi in materia. Per i disabili, figura di utente compresa nella legge 67 ancorché giovani, vi furono poche progetti, ma molta attenzione alla accessibilità. Leggi anche di dieci anni prima della n. 67 divennero argomento di attualità e di applicazione dei loro disposti sull’abbattimento delle barriere architettoniche, sull’accessibilità degli immobili e dell’ambiente costruito ecc. Anche i soggetti anziani e disabili stavano cambiando, fisicamente, psicologicamente e socialmente. I primi vennero definiti Grandi Adulti perché, vivendo più a lungo, conservarono intatti le loro capacità psico-fisiche; gli altri, da disabili, divennero “diversamente abili” a significare le possibilità di vita migliorate che riuscivano a conquistare con cure ed attenzioni. Entrambi questi cittadini furono interlocutori più attenti, capaci di formulare richieste più ponderate agli enti preposti alla loro assistenza e cura. Utenti non pazienti. La longevità stava evidenziandosi come fenomeno sociale epocale. La paraplegia trovava nei vari specialisti nuove vie per lenire sofferenze e discriminazioni. Nacque la So.M.I.Par, (società medica italiana di paraplegia – di cui abbiamo già scritto). Il Ce.R.R.Co. organizzò convegni e studi sulle strutture e sull’organizzazione delle R.S.A., per coniugare correttamente la loro bi-valenza, come voluto dal legislatore. Così le strutture residenziali iniziarono ad ospitare entrambi gli utenti e le strutture intermedie, come le RAF (residenze assistenziali flessibili) furono in grado di seguire l’evolversi della vecchiaia degli ospiti anche in presenza di sopravvenute disabilità. Due gli eventi da ricordare: il convegno di Magliano Alfieri (Asti)  del 13 maggio 1989 “Anziani ed ambiente”, presente il Ministro Carlo Donat Cattin, con relatori di grande profilo professionale, geriatri (F. Fabris, F. Cravero, L. Pernigotti) architetti e ingegneri (F.D’Agnolo Vellan, E. Monzeglio, F. Rabino) dirigenti sanitari (M.Lombardo, G. Rivara). Il secondo evento è del 1996 il Centro Cornaglia con il Politecnico di Torino realizzano lo studio sull’ “L’anziano disabile e la R.S.A. a valenza geriatrica”: l’evoluzione della R.S.A. che tiene conto dell’esigenza residenziale anche per utenti con cronicità e patologie complesse da richiedere un’assistenza sanitaria continua.
 


Atti del convengo di Magliano Alfieri
 
La R.S.A. si medicalizza e coloro che sono costretti a lunghi ricoveri o a continui spostamenti casa-ospedale, trovano in essa il luogo più idoneo alla loro residenza ed alla loro assistenza sanitaria anche di tipo ospedaliero. Lo studio è culminato con un progetto pilota ed una pubblicazione. Si parla anche di assistenza domiciliare: a Torino trova un’applicazione particolare che viene chiamata “l’ospedale a domicilio”. (Dario Bracco)

 

 

Tavolo dei relatori al Convegno di Magliano

 

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